Ammortizzatori sociali ad hoc per i dipendenti di imprese sequestrate e confiscate. Questo il senso del Decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 maggio.
Il provvedimento altro non è che l’attuazione della delega contenuta nell’articolo 34 della Legge 161/2017, licenziata con l’obiettivo di realizzare una serie di modifiche al Codice Antimafia (Dlgs. 159/2011).
Il decreto, si legge nel comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi, “introduce disposizioni per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, favorendo l’emersione del lavoro irregolare, nonché il contrasto dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro”.
Il testo, in attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, introduce anche una serie di misure volte a sostenere la continuazione o la ripresa dell’attività produttiva nelle imprese sequestrate o confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria.
A tal proposito, si prevede uno specifico trattamento di sostegno al reddito per i lavoratori che non possono fruire degli ammortizzatori sociali ordinari. L’intervento, attivato sulla falsariga della CIGS, ha una durata massima di 12 mesi nell’arco di un triennio e non potrà essere esteso ai dipendenti colpiti da indagini per il reato di associazione mafiosa oltre a tutti coloro che abbiano concretamente partecipato alla gestione dell’azienda prima del sequestro.
Viceversa, per i disoccupati che non possono accedere alla Naspi è prevista un’indennità ad hoc della durata di quattro mesi e di importo pari alla metà della disoccupazione ordinaria.
In materia di DURC il Decreto in parola stabilisce che non sono ostativi al suo rilascio le sanzioni adottate per inadempimenti e più in generale per condotte anteriori al provvedimento di sequestro.